Il
più antico testo normativo della Congregazione sotto
il titolo del Patriarca S. Giuseppe in Messina,
ritrovato negli archivi della Confraternita, risale all’anno
1828 e contiene i Capitoli nuovamente formati da
quelli del 1698, corretti colle norme dettate dalle
Istruzioni del 20 maggio 1820 pei Consigli degli Ospizi e
delle Circolari del 1781 e 1783 oggi dal Governo richiamati
in vigore. Esso contiene un Discorso preliminare e 21
capitoli, è sottoscritto in data 1 marzo 1828 da venti
componenti della Congregazione e vistato dall’Intendente
Principe Manganelli: il 26 settembre 1828 a Napoli,
Francesco Primo, Re del Regno delle due Sicilie di
Gerusalemme, Duca di Parma, Piacenza, etc e Gran Principe
Ereditario di Toscana, etc ne decreta l’approvazione con
modificazioni.
Una
successiva normativa sotto il nuovo titolo di
Statuto-Regolamento, in uno con le “Pratiche
Religiose da esercitarsi dai divoti del Glorioso Patriarca e
Patrono di Messina S. Giuseppe e da recitarsi nella Chiesa
Titolare presso l’antico Palazzo Reale”, pervenutici
dagli archivi della Confraternita e dello storico messinese
Nino Principato, risale all’anno 1902. Il 25
giugno 1941- XIX, una Circolare della Curia
Arcivescovile di Messina detta norme per la iscrizione e
frequenza dei Confrati.
Seguono
due edizioni dello Statuto-Regolamento nel 1962
e nel 1971; modifiche nell’anno 1979,
rivisitazione completa nel 1981 approvata
dall’Ordinario Diocesano il 27 luglio 1982 con ulteriore
modifica nel 1984.
Comunque in tutte le stesure, da sempre nel tempo, oggi ed
in futuro finalità principali del sodalizio sono state,
sono e saranno il culto e le opere di carità: per la
devozione al Patriarca San Giuseppe, sposo di Maria e
padre putativo di N.S. Gesù, ecco la vecchia Chiesa,
prima del terremoto del 1908 ubicata nelle vicinanze del
Palazzo Reale (dove oggi insistono gli uffici della Dogana)
da cui la definizione “di San Giuseppe al Palazzo”, e
nell’anno 1938 la nuova Chiesa, situata nell’attuale
sede, all’incrocio delle via Cesare Battisti e dei Verdi, in
un comparto dell’is. 295 del P.R., e per le opere di
carità, consistenti in modo precipuo nel seppellimento
dei morti, ecco le tre Cappelle funerarie nel Gran
Camposanto di Messina, costruite tra gli anni 1850 (Cappella
Centrale) e 1970 (Cappella Baglio) e rimodulate negli anni
1950 (prima sopraelevazione Cappella Palmara), 2003
(Cappella Centrale) e 2005 (seconda sopraelevazione Cappelle
Palmara), dove sono tumulati fin dalla seconda metà del
secolo XIX, trovando idonea sistemazione le loro spoglie
mortali, i soci della Confraternita e dove troveranno posto
a conclusione del loro cammino terreno gli attuali soci che
oggi raggiungono la ragguardevole cifra di ben 389 unità!
Lo
Statuto vigente, nella sua iniziale stesura, totalmente
rivisitata con la generosa consulenza dei soci confrati avv.
Antonio Fiertler e avv. Giovanni Finocchiaro e con la
supervisione dell’Assistente Ecclesiastico mons. Paolo Romeo
e del Presidente confrate Santino Rizzo, risale all’anno
1998, successivamente (anno 2000) modificato
ed adeguato fino all’attuale testo dell’anno 2002 e
si compone di 46 articoli con un Regolamento allegato. La
sua struttura testuale è stata adeguata nel tempo in
ragione delle mutate condizioni sociali e della loro
evoluzione (vedi il riconoscimento della partecipazione
alle attività del sodalizio delle donne e l’inserimento
delle stesse negli organi di governo della Confraternita:
oggi due socie rivestono rispettivamente le funzioni
superiori di vice-presidente e di segretario) nonché
delle esigenze di snellezza e tempestività delle decisioni
riguardanti il governo della stessa (vedi la riduzione
dei componenti del Consiglio Direttivo da 11 a 9 membri,
l’aumento da 2 a 3 anni della durata in carica dello stesso,
l’istituzione del Comitato Esecutivo – composto da soli 4
membri, i Superiori della Confraternita - organo agile e
pronto nelle decisioni pur dopo precedente specifico
incarico ricevuto dall’Assemblea o dal Consiglio Direttivo,
l’autonoma capacità di spesa massima del Consiglio riportata
a 5.000 euro; la validità delle assemblee generali in
seconda convocazione con qualunque numero di presenze).
Con tali modifiche ed aggiustamenti, la Confraternita, nel
volgere di pochi anni, ha potuto approvare opere strutturali
di grande respiro che, oltre ad incrementare ed a
migliorare il patrimonio immobiliare della stessa, hanno
condotto al
considerevole accrescimento del numero dei soci con
l’inserimento di nuove leve, ottenendo al tempo stesso
l’auspicato abbassamento dell’età media del proprio
patrimonio umano.
All’art. 1 vengono definiti gli scopi e le finalità
della Confraternita e descritti sommariamente funzionamento
ed amministrazione della stessa; dall’art. 2 all’art. 11
vengono statuite le norme che riguardano le elezioni
dell’organo di governo della Confraternita: il Consiglio
Direttivo, del quale composizione, cariche e compiti vengono
dettati dagli artt. dal 12 al 19; l’attività
amministrativa ed il controllo sugli atti sono specificati
negli artt. dal 20 al 23; l’art. 24 ed il 25
regolano le ipotesi, ci auguriamo assolutamente remote,
dello scioglimento della Confraternita e delle controversie
in essa sorte; il 26 scrive dell’Assistente
Ecclesiastico ed il 27 ed il 28 dell’Assemblea dei
soci.
Un
capitolo importante e molto sentito dagli attuali organi
direttivi, dagli artt. 29 al 35, riguarda le ipotesi
che vanno dall’ammissione, gradita, alla
cancellazione, malaugurata, dei soci.
Il
36 è dedicato all’attività contabile con il rendiconto
annuale che, predisposto dal Tesoriere, sottoscritto dal
Presidente, controllato dai Revisori dei Conti, presentato
per la presa d’atto al Consiglio Direttivo e sottoposto
all’approvazione dell’Assemblea generale entro il mese di
gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento, viene
trasmesso agli Uffici Amministrativi della Curia
Arcivescovile (Ufficio Confraternite) per la ratifica con il
visto dell’Ordinario Diocesano e la conservazione negli atti
storici (fascicolo n° 28) delle Confraternite della
Diocesi; il 37 è dedicato alla festa annuale che,
ormai da anni, si svolge solo in ambito interno con un
nutrito programma: dal novenario predicato che precede le
sacre celebrazioni del 19 marzo, giorno in cui la S.
Messa Confraternale è di solito presieduta da S.E.
l’Arcivescovo con una Chiesa gremita di soci e fedeli, al
pranzo offerto ai poveri nei locali della Confraternita, ai
due giorni successivi e conclusivi di adorazione
eucaristica.
L’art. 38 descrive una singolare tradizione che non si
è mai estinta nel tempo: il sorteggio tra i soci
partecipanti alla S. Messa della 3^ domenica del mese (cfr.
il calendario cultuale) di una medaglia d’argento e,
soltanto nella ricorrenza del Santo, di una medaglia d’oro a
perenne ricordo di quella devota partecipazione! Ci
auguriamo che il governo dei posteri possa mantenere
inalterata questa sentita occasione di comunione e di
preghiera.
Gli
ultimi articoli, dal 39 al 46, spaziano su diversi
argomenti, dagli arredi sacri all’opera funeraria ed all’uso
delle Cappelle, dalle insegne dei soci al patrimonio fino a
disposizioni particolari conclusive.
Completa lo Statuto, il Regolamento delle Cappelle
funerarie che, composto da 10 articoli, detta norme
regolamentari sulle stesse.
Lo
Statuto reca in ogni pagina la sottoscrizione di
mons. Paolo Romeo, Assistente Ecclesiastico, e del confrate
Santino Rizzo, Presidente della Confraternita, ed è
stato, ai sensi del Canone 314 del Codice di Diritto
Canonico, approvato con modificazioni
dall’Ordinario Diocesano il 13 ottobre 1998 ed, in ultimo,
il 18 giugno 2002.
Il testo
integrale, tratto dall’originale conservato negli
archivi della Confraternita, è consultabile
attraverso il seguente link [statuto
integrale].
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